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Ci risiamo, Antonio Conte bis? Un ripensamento davvero inaspettato

Antonio Conte e l’Inter sono di fronte ad un bivio, andare avanti insieme o separarsi dopo la vittoria dello scudetto. L’allenatore dei nerazzurri avanzerà le proprie richieste per rinforzare la squadra come fatto quasi un anno fa e le parti dovranno cercare un accordo.

Conte (Getty Images)

La telenovela Antonio Conte e l’Inter ancora non è terminata, sembra una serie tv, potremmo intitolarla “La casa di carta… nerazzurra” di Netflix, ma questa che volta pare ad Appiano Gentile siano in anticipo con i tempi rispetto alla passata stagione. Ricordiamo che nell’agosto scorso le parti si incontrarono per cercare di trovare un accordo su come rinforzare la squadra e quali operazione di mercato portare a termine. I rapporti dell’allenatore con Giuseppe Marotta non erano dei migliori , così come con Piero Ausilio, che possiamo definire inesistenti. Si mormorava della volontà dell’ex ct della nazionale di lavorare a fianco di un suo conterraneo, Gianluca Petrachi, notizia mai smentita.

Quando gli aeroporti  hanno le orecchie… Sembrerebbe che Marotta, nell’inverno scorso, incontrò in un aeroporto internazionale un agente Fifa al quale confidò di aver voluto Antonio Conte sulla panchina dell’Inter ma di non essere soddisfatto dei risultati ottenuti e dei comportamenti. Basta anche pensare che i due non si vedono insieme da diverso tempo.

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Le parti arrivarono ai ferri corti con la società che propose 4 mesi di buonuscita al tecnico senza ricevere risposta affermativa, ricevendo un altro no quando successivamente gliene proposero 6. La proposta del tecnico fu quella di avere due anni di contratto liquidati con la società che chiuse immediatamente le trattative. Le richieste del tecnico poi furono chiare. Il tecnico come noto chiese l’acquisto di Kanté bloccando di fatto quello di Tonali, centrocampista classe 2000 poi finito al Milan. Fu chiara la scelta di cedere Godin al quale imputò alcune sconfitte, tra cui quella con il Siviglia in Europa League. Chiese poi la permanenza di Gagliardini affermando che Eriksen sarebbe stato il sesto nelle gerarchie del centrocampo. Confermò prima a Borja Valero di volerlo tenere, salvo poi salutarlo generando malumore nel calciatore spagnolo. Il tecnico non volle poi più parlare con Ausilio, decidendo di confrontarsi solo con Marotta.

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Marotta e Zhang (Getty Images)

Ma c’era un piano post Conte? Assolutamente sì, ed aveva un nome ed un cognome: Massimiliano Allegri. Con il tecnico si parlò anche di mercato con il tecnico livornese che chiese solamente l’acquisto di Milinkovic-Savic tenendo di fatto la rosa già presente. Le richieste della buonuscita di Conte però spaventarono la società e non se ne fece nulla.

Enrico Camelio

Enrico Camelio

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