Gigio Donnarumma sembra destinato al Psg e sarebbe un grosso errore secondo Damiano Er Faina per niente convinto di questa scelta.
Il portiere del Milan è in scadenza di contratto e nonostante sia finita la stagione ancora non sembra pronto a firmare un eventuale rinnovo di contratto. La forte sensazione è che ormai da tempo ci sia qualcosa di già scritto che noi non conosciamo e che porterà Gigio lontano da Milano. A lungo si era parlato della Juventus, che vede giustamente in lui l’erede di Gigi Buffon, ma a spuntarla sembrano essere stati proprio i transalpini del Paris Saint German.
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Damiano Er Faina pensa che questo possa essere un grande errore in grado di incrinare l’ascesa che ormai da tempo sta caratterizzando la carriera del calciatore. Questo perché si troverà a competere in un calcio meno competitivo come quello della Ligue 1 in una squadra che ormai da anni sembra essere fatta più da figurine che da calciatori. E il rischio di perdere il treno della nazionale sembra essere una possibilità più che concreta vista anche la folta concorrenza.
Donnarumma al Psg, rischio o scelta giusta?
Rischio o scelta giusta quella che sta spingendo Gigio Donnarumma al Psg? Ricordiamo che con quella maglia ha avuto problemi persino Gigi Buffon e questo non può che essere considerato un motivo per evitare di prendere questa scelta. C’è poi da considerare che i portieri italiani all’estero hanno sempre zoppicato come per esempio Massimo Taibi che si rese protagonista di una figuraccia al Manchester United quando andò a fare il vice di un campione come Peter Schmeichel.
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In un momento decisivo della sua carriera, quello della consacrazione nonostante la giovane età, e proprio per questo Donnarumma non si può permettere errori nelle sue scelte. Anche perché dietro la concorrenza spinge forte visto che ci sono diversi portieri italiani che stanno facendo bene. Tra questi non si può non parlare della straordinaria stagione di Pierluigi Gollini dell’Atalanta, giocatore che proprio all’estero si era perso per poi tornare a fare bene in patria. Senza considerare Cragno, Meret, Audero e via discorrendo.
