L’INPS passa alle sedute spiritiche: scrive ai morti e pretende la risposta

Dopo il miracolo dell’auto aumento dello stipendio del presidente l’INPS di Pasquale Tridico passa alle sedute spiritiche: scrive ai morti e chiede di “presentarsi presso gli uffici”. Il dettaglio

INPS scrive ai morti

Se quello che riporta, con grande evidenza, l’edizione oggi in edicola del quotidiano di Roma Il Tempo non fosse tragico sarebbe decisamente materiale per uno spettacolo comico. Parliamo di un fatto accaduto in queste settimane nella Capitale e che ha visto protagonista, suo malgrado, un ingegnere di nome Franco e l‘Istituto nazionale della previdenza sociale guidato dal professore manager Pasquale Tridico

Il signor Franco, come si legge sul quotidiano, ha lavorato per tanti anni all’estero e ad inizio del 2019, tornato in maniera definitiva in Italia, avendo versato pochi contributi, ha chiesto il reddito di cittadinanza.

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L’INPS cade nel ridicolo e scrive perfino ai morti

La domanda è stata regolarmente accolta ma, lo scorso 17 marzo, all’età di 70 anni il signor Franco è venuto a mancare. Incredibile quello che è successo nei giorni successivi. In primo luogo i familiari, come molti cittadini romani, hanno potuto procedere alla esequie con diversi mesi di ritardo e, al colmo della beffa, hanno ricevuto una comunicazione dell’INPS che suona davvero stonata.

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La nota, a firma del Direttore Angelo Franchitti, recita “le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto al reddito di cittadinanza” in quanto deceduto. Ma il veleno è nella coda del testo “Lei potrà recarsi presso i nostri uffici per ricevere ulteriori chiarimenti entro 30 giorni dal ricevimento della presente e potrà proporre istanza motivata del riesame”.

Le cose sono due o all’INPS non hanno percezione del ridicolo o si sono attrezzati per l’accogliemento dei ricorsi tramite seduta spiritica. Tertium non datur

 

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