Il PNRR del Governo Draghi contiene un piccolo allegato che finanzia la nascita dell’Algoritmo per individuare l’evasione fiscale. Ecco di cosa si tratta
Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo Draghi contiene un piccolo allegato che potrebbe avere un impatto importante sulla vita di milioni di italiani. L’allegato è quello che finanzia la nascita dell’Algoritmo che individua l’evasione fiscale. Ecco di cosa si tratta.
In Italia esistono 161 diverse banche dati che contengono i principali dati dei cittadini, dal codice fiscale, al fascicolo sanitario elettronico, dai versamenti INPS ai rapporti con l’Agenzia per le Entrate passando i dati contenuti sulla Carta d’Identità e nello SPID il Sistema Pubblico di Identità Digitale.
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La cosa incredibile è che queste banche dati non solo non sono connesse tra di loro ma spesso nemmeno dialogano sia a livello di addetti che a livello informatico. Ed è per questo motivo che il Governo Draghi ha deciso di investire 25 milioni di euro dei 191,5 miliardi previsti dal PNRR nella creazione di una struttura, di una piattaforma, capace di sopperire a questo vuoto.
Ma, come scoperto dal tributarista Antonio Gigliotti del Centro Studi Fiscal Focus e rivelato dall’edizione oggi in edicola del quotidiano Il Giornale all’interno del progetto c’è un piccolo codicillo che prevede la creazione di un algoritmo che individua e segnale i comportamenti “antifiscali” dei cittadini.
Poco meno di un chip sottopelle, poco più di un gps costantemente attivo direbbero i complottisti. In sostanza si tratta di un algoritmo, così come indicato nell’allegato al PNRR, avrebbe la funzione di individuare i comportamenti rischiosi attraverso l’indicazione dei “segnali predettivi”.
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Il dubbio che solleva il tributarista e che ci sentiamo di condividere è cosa sono i comportamenti indicati. Troppi prelievi al bancomat? L’uso eccessivo di contanti? L’uso eccessivo di carte di credito prepagate? E soprattutto sarà più da “comportamento predittivo” chi spende troppo o chi tiene i soldi fermi sul conto?
Il provvedimento non è affatto chiaro ed il rischio è quello di avviare un nuovo meccanismo che vada a sommarsi ai già onerosi, per la collettività e per il singolo, avvisi dell’Agenzia delle Entrate ed il drammatico meccanismo degli studi di settore che con il concetto di presunzione di colpevolezza “hanno riempito i magazzini di cartelle esattoriali inesigibili”.
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