Domani sarebbe stato il grande giorno per la principessa Diana: domani, 1 luglio, avrebbe compiuto 60 anni. La consorte di Carlo, principe del Galles, venne a mancare il 31 agosto del 1997 per un tragico incidente automobilistico sotto il tunnel del ‘Pont de l’Alma’, a Parigi. A perdere la vita anche il suo compagno, Dodi Al-Fayed. La loro Mercedes, guidata dall’autista Henri Paul, andò a sbattere contro il tredicesimo pilastro della galleria.
Domani, a Kensington Palace, verrà inaugurata una statua a lei dedicata nel giardino di ‘Sunken Garden’. Anche i suoi figli, Harry e William, si riuniranno per questa occasione (nonostante i rapporti familiari non siano dei migliori). I due fratelli non si parlano da tempo, da quando Harry ha deciso di trasferirsi con la sua famiglia in California. Si erano visti, ma non parlati, al funerale del loro nonno Filippo.
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Tantissimi inglesi sperano che, quello di domani, possa essere il grande giorno della riappacificazione. Sperando che la loro mamma sia di aiuto.
Nel frattempo la Nazionale inglese ha battuto, per due reti a zero, la Germania nell’ottavo di finale del campionato Europeo. Ad assistere al match il principe William insieme alla moglie e suo figlio. Tre settimane fa, invece, nacque la primogenita di Harry e Meghan: Lilibet Diana in onore, ovviamente, della madre di lui.
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Tantissimi i ricordi che abbiamo di Lady Diana. Come le fughe da Buckingham Palace con il compianto Freddie Mercury, leader dei ‘Queen’: i due, infatti, andavano a ballare nei locali gay con la principessa che si travestiva da “uomo”. Le amicizie con gli altri cantanti Elton John, Boy George, George Michael e David Bowie.
Infine l’abbraccio al bambino malato di AIDS (all’epoca trattato come vergogna sociale). Il ballo, alla Casa Bianca, con l’attore John Travolta. Senza dimenticare le altre amicizie con Gianni Versace, Grace Kelly, Liza Minelli e tanti altri.
Celebre la frase del fratello, durante il suo funerale: “Diana era considerata il simbolo di umanità e altruismo. Una donna che andava oltre le classi sociali e che in tutti questi anni non ha mai avuto bisogno di avere un titolo reale. Era l’essenza dello stile, della bellezza e del dovere”.
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