Il Premier Mario Draghi ha fatto visita ai detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere dopo i maltrattamenti venuti fuori qualche giorno fa
Un atto dovuto, una visita necessaria per far sentire la presenza dello Stato in una situazione che era diventata decisamente imbarazzante dopo i video venuti fuori negli scorsi giorni. E i detenuti, a quanto pare, hanno apprezzato. Mario Draghi e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, hanno fatto visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove un paio di settimane fa è venuto fuori uno scandalo legato ai maltrattamenti nei confronti dei detenuti, scandalo che ha portato all’esecuzione di 52 misure cautelari nei confronti di alcuni appartenenti al corpo di polizia penitenziaria.
Una visita iniziata col piede giusto, quella del presidente del Consiglio. Fin da subito i detenuti hanno urlato il suo nome dopo un forte applauso, al grido di “Draghi, Draghi” e “fuori, fuori”. Il Premier ha apprezzato l’accoglienza e ha preso di petto la situazione, con dichiarazioni di solidarietà nei confronti delle vittime degli abusi: “Venire qui oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Oggi non siamo qui a celebrare successi ma ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte”. Parole forti, che vogliono trasmettere il concetto che lo Stato non è indifferente di fronte ai soprusi, di chiunque essi siano.
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Le parole di Draghi ai detenuti di Santa Maria Capua Vetere
Un discorso forte, quello di Mario Draghi, che è stato particolarmente apprezzato da chi quelle violenze le ha subite e che aspettava che fossero presi provvedimenti: “Quello che è successo ha scosso profondamente le coscienze degli italiani, ma anche quelle degli agenti che lavorano in questo carcere. Sono immagini di oltre un anno fa. Saranno stabilite le responsabilità individuali – spiega Draghi – Ma la vera responsabilità è di un sistema che va riformato. Non può esserci giustizia dove c’è abuso“. Su questa frase, molto forte, va fatta sicuramente una profonda riflessione.
Il discorso, comunque, verte su un aspetto fondamentale: le pene non devono trascendere il senso di umanità e la tutela dei diritti universali e devono essere sempre indirizzate alla rieducazione del condannato. “La ministra Cartabia presenterà delle proposte che sosterrò con convinzione a nome di tutto il Governo – ha spiegato il Premier – La detenzione deve essere recupero, riabilitazione”. Draghi ha poi ricordato che l’Italia è stata condannata due volte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per il sovraffollamento carcerario, un tema che va tenuto in debita attenzione e sul quale il Governo ha intenzione finalmente di studiare un rimedio rapido ed efficace.