Bar aperto in zona rossa costretto a chiudere per 30 giorni: la sentenza del tribunale fa discutere

E’ una sentenza che rappresenta un importante precedente.

Il tribunale di Biella ha dato ragione ad Andrea Bovo, titolare della Pasticceria e Caffé di Cossato (come in provicina di Biella).

La pasticceria di Andrea Bovo e l’apertura in barba ai provvedimenti

Durante l’ultima zona rossa l’uomo aveva aderito alla protesta #ioapro violando le disposizioni sulle chiusure quando a inizio maggio il bar – dopo essere stato multato per 400 euro per aver servito un caffè in un’area non era stata giudicata idonea a essere considerata uno spazio all’aperto – aveva ricevuto il provvedimento di chiusura per cinque giorni.

Da lì l’ordinanza del prefetto che disponeva la chiusura del locale per 30 giorni (provvedimento poi sospeso in virtù del “pericolo imminente di un danno grave e irreparabile” – danno di natura economica).

Ma il tribunale ha adesso dato ragione ad Andrea Bovo, pasticcere molto conosciuto in zona, assistito dall’avvocato Enrica Borgna: ha definitivamente annullato l’ordinanza del prefetto ed ha condannato la Prefettura a pagare le spese processuali.

Una sentenza che rappresenta un importante precedente, come dicevamo, ma che sicuramente farà anche molto discutere.

In una decina giorni saranno note le motivazioni della decisione del giudice.

Ricordiamo comunque come quello di Bovo non sia stato l’unico bar a ricevere un provvedimento prefettizio che ne disponeva la chiusura e come il destino di altri bar ribelli di zona non sia stato simile al suo: basti pensare alla torteria di Chivasso, finita sotto sequestro preventivo per reiterata inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (il locale rimane sequestrato, dopo due istanze di dissequestro respinte).