Omicidio Voghera, arrivano le prime dichiarazioni di Massimo Adriatici al gip, dopo l’uccisione del marocchino senzatetto Youns El Boussettaoui
Massimo Adriatici ha concluso il suo interrogatorio davanti al gip che è durato ben tre ore. Ricordiamo che l’assessore leghista ha sparato ed ucciso, a Voghera, il marocchino senzatetto Youns El Boussettaoui. Adriatici conferma di essere stato una “vittima di una violenza improvvisa ed inaudita“. Non solo: il trentanovenne lo ha importunato più volte martedì sera, giorno dell’omicidio, dichiarando che è stato fatto cadere per terra procurandogli uno stato confusionale. Non ricorda nemmeno il momento in cui ha sparato il colpo di pistola. In questo momento si trova ancora agli arresti domiciliari, con l’accusa colposa di legittima difesa.
La Procura di Pavia sta confermando ciò, insieme al gip Maria Cristina Lapi. Gli avvocati di Adriatici, invece, chiedono la revoca della misura cautelare, affermando che il loro assistito è: “una persona distrutta”. I suoi due legali, Colette Gazzaniga e Gabriele Pipicelli, hanno smentito il fatto che si tratti di “un assessore sceriffo che girava armato per difendere la città“.
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Quando l’assessore stava parlando al telefono con un amico ha notato che la vittima importunava una ragazza, teneva condotte violente, gettava uno sgabello e lanciava una bottiglia. Subito dopo la telefonata avrebbe chiamato prima il 113 e poi la Questura (in passato ha anche lavorato per le forze dell’ordine).
Bisogna fare chiarezza nel momento in cui ha estratto la pistola, già in carica, ed ha sparato il colpo. Secondo l’avvocato: “Possibile che qualcuno gli ha messo la mano sopra e lo ha spinto“. Una risposta che non convince per nulla l’opinione pubblica che oggi è pronta a scendere in piazza per chiedere “giustizia” nei confronti della vittima.
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