Dopo i decreti sul Green pass, sono in corso valutazioni per l’obbligo del vaccino a scuola: la politica si divide, incontri imminenti e due strade.
Le ipotesi sono due: L’obbligo del vaccino a scuola per i docenti, e valutazioni per gli studenti che abbiano superato i 12 anni di età. Un piano, quello del governo, che rischia di scatenare il caos, e che comunque dovrà essere oggetto di approfondite valutazioni e non sarà esente da polemiche. Il generale Figliuolo ha recentemente dichiarato che i vaccini sono sicuri dai 12 anni in sù e che l’imperativo è far ripartire la scuola in presenza. Parole alle quali si è accodato il ministro Speranza, che non ha escluso l’obbligo di vaccino a scuola per il personale, aprendo alla possibilità che gli studenti debbano sottoporsi necessariamente alle dosi.
Le polemiche non mancano e la politica si divide su un tema che da tempo scatena la battaglia nei talk e fra i banchi del governo. E intanto le misure sono attese a breve, perché l’intenzione è di accelerare per tornare fra i banchi a settembre e senza rallentamenti.
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Mario Draghi ha già una linea. Anzi due. Oggi il premier incontrerà Figliuolo, che discuterà l’obbligo dei vaccini a scuola con i sindacati e i presidi. La prima strada è introdurre l’obbligo per i docenti e verificare la possibilità di coprire anche gli studenti. Il secondo è più soft. Raccomandare e spingere per sottoporre il personale alla somministrazione delle dosi, e poi magari imporlo per la fetta che ha scelto di non farlo. Speranza parla infatti di numeri confortanti, ma l’Italia è divisa fra zone in cui professori e maestri hanno aderito in massa, e altre in cui in tanti hanno scelto di non effettuare alcuna prenotazione.
La politica inizia a dividersi. Salvini ha già fatto sapere di non essere d’accordo dichiarando che “l’obbligo per ragazzi e bambini non è accettabile”, e che “la scuola in presenza dovrà essere garantita a tutti gli studenti, nessuno escluso”. E intanto nei sondaggi, la percentuale di professori e docenti che si dice contraria agli obblighi sfiora il 50%. Numeri che fanno riflettere, nonostante il governo dovrà fare in fretta a varare un decreto per aprire il nuovo anno scolastico. La situazione, viste le posizioni divise, rischia di trasformarsi un altro tema molto caldo.
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