Dopo il caos per la doppia truffa sui falsi Green pass arriva il blitz per i canali Telegram: ecco cosa è stato scoperto.
Vasta operazione della Polizia di Stato, che su Telegram ha messo nel mirino i gruppi che promettevano di vendere ai furbetti del web i falsi Green pass. In sostanza le persone erano attratte dalla possibilità di acquistare un certificato falso. Il tutto a fronte di una ingente spesa, e dopo aver fornito i documenti, attendevano il fake. La truffa era proposta in maniera lineare. Con la rassicurazione che i dati forniti sarebbero stati coperti dall’anonimato. Quei falsi Green pass però, da Telegram non arrivavano mai nelle mani di chi ha fornito generalità e soldi ai truffatori. É scattata quindi la denuncia social da parte dei furbetti del certificato verde, che nonostante fossero anch’essi coinvolti in un tentativo di aggirare le norme, hanno chiesto indietro i soldi.
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La truffa è infatti stata doppia, perché dopo aver pagato e fornito i dati personali, hanno incassato anche la minaccia di vederli pubblicati sui social, e la richiesta di ulteriori soldi per evitare di essere pubblicamente sbugiardati. La Polizia ha quindi messo in piedi una rapida indagine. Ne è venuto fuori un bel giro di Green pass fake. E gli agenti della Postale di Roma, Milano e Bari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma e Milano, hanno eseguito perquisizioni e sequestri per gli amministratori di 32 canali Telegram. Proponevano falsi Green pass per cifre dai 150 ai 500 euro. Fra gli indagati risultano 4 persone, fra cui due addirittura minorenni, che incassano l’accusa di truffa e falso.