Intervista esclusiva di Enrico Camelio all’ex Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che a cinque anni dal dramma che ha colpito il centro Italia ci racconta come stanno ora le cose e cosa è successo in passato.
Esclusivo Pirozzi, il dramma di Amatrice cinque anni dopo
Consigliere regionale del Lazio. Calcio e politica, ma la tua passione dove sta, famiglia a parte?
Sono un uomo abbastanza fortunato perché sono riuscito a fare le cose che amo di più. La politica la amo perché significa fare le cose ed ora ho pubblicato adesso un lavoro sui miei tre anni in regione perché noi siamo quello che facciamo. Il calcio mi dà la possibilità di confrontarmi con i giovani e ci sono differenze con quelli di 30 anni fa. E’ un modo per conoscerli. I nostri genitori erano nati sulle rovine della seconda guerra mondiale, si trattava di un mondo diverso. Questi ragazzi hanno tutto ma hanno una maggiore intelligenza ed una voglia di conoscere. Siamo noi che dobbiamo adattarci a loro e non loro a noi. Hanno bisogno di esempi positivi.
Il lavoro ad Amatrice. Senti che ti manca qualcosa?
Io ho dato il massimo. Tutto quello che oggi c’è è frutto del mio lavoro. Tutte le strutture che ora si trovano arrivano dalle donazioni date dal grande cuore degli italiani. In quel momento avevo capito che per incidere avremmo dovuto salire. Ho fatto approvare la legge Pirozzi sulla prevenzione sismica. Sono riuscito a far modificare la legge della Protezione Civile inserendo dei centri in prossimità nelle aree più a rischio. E non ultima una legge sui padri separati perché ne ho conosciuti che vivevano nelle auto per lasciare le case alla propria famiglia e non avevano più nulla.
Come abbiamo investito i soldi arrivati dopo il terremoto?
I soldi che sono arrivati sul conto corrente del Comune ci hanno permesso di far sopravvivere la comunità. Siamo stati precursori del decreto Ristori perché noi davamo un contributo mensile a chi aveva perso l’attività. Avevamo fatto il bonus bebè, il bonus allevatori, quello per gli affitti. Abbiamo dato l’opportunità ai ristoranti che ci sono stati donati di avere le attrezzature dentro. Abbiamo dato una risposta immediata al problema e grazie agli italiani che ci hanno permesso di sopravvivere.
L’accusa di omicidio colposo. Sei stato assolto?
La cosa va avanti. Il 7 mi farò interrogare. Io ho fatto il Sindaco a 660 euro al mese. Questa è una macchia morale, perché sono stato accusato della morte di 7 persone, miei concittadini che conoscevo mentre io stavo anche scavando. Quando andrà tutto bene, perché tutto andrà bene, mi toglierò qualche sassolino dalle scarpe. Io credo che oggi il Parlamento debba mettere mano anche sugli amministratori. Io sono diventato un capro espiatorio.
Quanta rabbia hai nei confronti dei politici che hanno fatto tante passerelle e pochi fatti?
In questi cinque anni sono cambiati 4 Premier e 4 commissari. Ho fatto un video sulla mia pagina Facebook che è un inno ai giovani, ai nostri figli. Noi siamo restati, è stata dura ma lo dobbiamo fare per loro per dare un futuro a loro in queste terre. Per cinque anni siamo stati abbandonati dallo Stato ma abbiamo avuto al nostro fianco gli italiani. Nella mia terra sono tornate tante persone. Questo video è un inno ai giovani, è un grande significato di speranza e di lotta perché era più facile andare via.
Chi sarà il prossimo Sindaco di Roma e chi pensi che sia il Sindaco ideale?
Posso essere di parte ma Michetti è una persona molto preparata. Faccio il tifo per Enrico perché ha delle competenze amministrative mentre Virginia Raggi non aveva delle competenze in questo senso perché aveva fatto solo il consigliere. Il suo fallimento è il cambio sistematico degli assessori. Roma ha bisogno di una legge speciale che dia poteri sulla delle più grandi capitali europee. Roma ha bisogno di chi conosce la macchina amministrativa. Sono convinto che si vada al ballottaggio tra Enrico e Gualtieri.
Il calcio. Qual è il tuo modulo?
Io sono per un linguaggio comune. Il mio modulo? Il 5-5-5 (ride, ndr). Quattro concetti ripetuti e fatti bene. Quello che fa la differenza è la capacità di fare squadra e fare gruppo con regole condivise da tutti. Una cosa che vale per tutto. Chiarezza, efficacia. Allenare la Lazio? Io ti dico di sì anche se uno per dare l’ok deve essere pronto e non so se lo sarei per la Serie A. Se ti dovessi dire di sì sarei un presuntuoso.