Maggioranza divisa sul Green Pass (Youtube)
Ai margini del suo intervento al Meeting di Rimini, Matteo Salvini ha parlato dei temi caldi del momento: obbligo vaccinale, le critiche al ministro (alla ministra) degli Interni, le polemiche sul sottosegretario Durigon.
Ma andiamo con ordine.
Partendo dalla possibilità di instaurare l’obbligo vaccinale, Salvini s’è mostrato assolutamente contrario, pur ribadendo l’invito agli over 50 a vaccinarsi il prima possibile: “Io faccio appello agli over 50 anni a fare il vaccino, a mettersi in sicurezza, e non rischiare la loro vita. Ma un obbligo vaccinale troverà il nostro no“.
La soluzione, per il leader leghista, sono i tamponi gratuiti: “La Lega chiede tamponi salivari gratuiti per tutti: se passa questo concetto, non ci sono problemi”.
Ma no all’obbligo – che va contro i principi di Salvini (sebbene sarebbe curioso chiedergli in merito ad altre libertà cosa ne pensi): “Sono contro qualsiasi tipo di obbligo, di multa, di costrizione; sono sempre per la libertà, anche per la libertà di cura”.
Matteo Salvini passa quindi alle critiche a Luciana Lamorgese, ministra degli Interni:
“Le critiche al ministro Lamorgese non arrivano da Salvini ma dai numeri e la matematica non è un’opinione. Più di mille morti nel Mediterraneo sono il segno della bocciatura l’operato del ministro dell’Interno: ma come occupa il suo tempo Lamorgese?”
E la frecciata alla titolare del Viminale vira poi sui fatti di Viterbo (dove s’è svolto il rave che ha fatto parlare l’Italia a cavallo di ferragosto): “E’ necessario pensare a un cambio, il ministro deve fare le cose che non ha ancora cominciato a fare. Davanti all’ipotesi di recrudescenza terroristica con i talebani in Afghanistan, noi non riusciamo a fronteggiare un rave a Viterbo…“.
Infine, sul sottosegretario Claudio Durigon e le polemiche legate ad un parco di Latina:
“Noi siamo per risolvere i problemi e non per crearli, siamo per spegnere le polemiche e non per alimentarle: con Durigon ragioneremo su cosa sia più utile fare”.
Salvini derubrica la polemica, quindi, sottolineando come con Draghi non si sia parlato delle parole del sottosegretario: “Le polemiche sul fascismo appartengono alla Storia e al vertice con Draghi non abbiamo parlato di Durigon ma di pensioni, di quota 100, di flat tax, di emergenza incendi… Fascismo e comunismo sono stati superati dalla Storia e con Durigon sono al lavoro su tanti temi. Ripeto: valuteremo serenamente cosa sia più utile fare per lui e per il Governo”.
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