Per contrastare l’ingresso dei profughi è stato alzato un muro anti-migranti al confine: soldati armati sul posto e intervento di Strasburgo.
Una vera e propria barriera al confine. Una decisione che arriva direttamente dai palazzi del governo a Varsavia, in cui è stata deliberata la costruzione di un muro per contrastare la rotta ei profughi e dei migranti. É la soluzione adottata in Polonia, con tanto di accusa congiunta insieme a Lituania, Lettonia ed Estonia. Denunciato quindi il regime di Lukashenko, con annessa richiesta di sanzionare Minsk e fermare la tratta di persone che raggiungono le nazioni limitrofe. Sul modello di quanto fatto dall’Ungheria contro la Serbia e in una parte d’Europa che fa i conti con la possibilità di un arrivo di profughi afghani, arriva la decisione di Varsavia. Che è già oggetto di una missiva che arriva direttamente da Strasburgo.
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“La Polonia – si legge nella nota di Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa – deve agire immediatamente per proteggere i diritti umani delle persone bloccate al confine con la Bielorussia che si trovano in una situazione umanitaria allarmante”. Intanto però i lavoro hanno inizio, e sarà alzata una barriera di circa 3 metri di altezza. Il tutto protetto da un ingente dispiegamento di militari. La Polonia fa sapere che sono già state respinte circa 2 mila persone che tentavano di varcare i confini. La vicenda rischia quindi di diventare esplosiva. E intanto potrebbero arrivare pesanti sanzioni nei confronti di Lukashenko.