Reddito di cittadinanza, sostegno o limite invalicabile alle politiche attive del lavoro? Il dibattito si allarga e la misura va rivista.
Si allarga il tema del Reddito di cittadinanza, che nell’era del Covid ha creato un solco fra chi ne ha usufruito in maniera regolare, e chi lo ritiene un blocco nelle politiche attive del lavoro. La riflessione è una ed è chiara da tempo. Se c’è una fetta di popolazione che incontra effettive difficoltà nel reperire occupazione e sostentamento, e un’altra fetta consistente che proprio non ha i requisiti per età e viene sistematicamente scartata, c’è anche chi furbescamente ne approfitta. In maniera netta, suffragata dai numeri. Dai furbetti a chi reperisce lavoro a nero sommando i ricavi al Reddito di cittadinanza, sembra ormai evidente che la misura vada rivista. E lo ha ammesso anche Conte, in un Movimento 5 Stelle che fece dell’operazione la battaglia più grande.
I numeri sono la testimonianza più chiara delle difficoltà. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anpal, a fronte di 1 milione e 800 richiedenti, meno di un terzo aveva dato disponibilità al lavoro. Fra i beneficiari totali resta una grande fetta di cittadini che ne hanno effettiva necessità, ma il limite sembra essere nella norma che consente a chi lavora a basso reddito o a chi coloro che frequentano corsi di formazione, di non sottoscrivere il patto per il lavoro. Resta poi il nodo legato al Navigator e alle assunzioni firmate dopo aver sottoscritto il contratto. I numeri svelano che fino l 31 ottobre 2020 poco più di 350 mila beneficiari hanno trovato occupazione.
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Non è dato sapere inoltre se lo abbiano però fatto tramite i centri dell’impiego o in maniera autonoma. Conte chiarisce che qualcosa va modificato ed ha affermato che bisogna contrastare gli abusi dell’Rdc e favorire le politiche del lavoro attivo. Resta il fatto che come misura di contrasto alla povertà il Reddito è efficiente, e i numeri parlano di una distribuzione di circa 600mila beneficiari al Nord, pochi in meno al centro Italia e più di 2 milioni al Sud. In tempi di crisi e Covid sembra una iniezione di fiducia e liquidità per le tasche di molti cittadini colpiti dalla pandemia, ma le notizie sui furbetti e la scarsa ricerca di occupazione frenano gli entusiasmi, e l’impressione è che così com’è, l’Rdc sia una misura forse da preservare, ma indubbiamente da rivedere e riformulare.
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