Covid, Boris Johnson tiene alta la guardia ma sul lockdown…

Covid Gran Bretagna, Boris Johnson non abbassa la guardia e avvisa il popolo inglese che la battaglia contro il virus non è assolutamente finita. Arrivano le parole ufficiali anche sul possibile lockdown

Boris Johnson (screenshot video YouTube)

In questi giorni si è parlato molto della situazione Covid in Gran Bretagna. E’ stato fatto un passo indietro per quanto riguarda il possibile utilizzo del ‘Green Pass‘: il responsabile alla salute Javid ha dichiarato che l’Inghilterra non aderirà al certificato verde. Sembravano ad un passo nell’accettare, come in Italia, il documento ma tutto è saltato e alla fine non se ne farà più niente.

Fanno discutere, però, le parole da parte del premier Boris Johnson. L’argomento della discussione, come da un anno e mezzo a questa parte, non può che essere il Coronavirus. Ci sono delle novità importanti per quanto riguarda il lockdown e l’utilizzo delle mascherine. Ha rilasciato delle importanti dichiarazioni all’emittente televisiva inglese ‘Skynews‘.

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Covid GB, Johnson: “Pandemia non è finita. No al lockdown

La pandemia non è assolutamente finita ed è per questo motivo che la gente non deve assolutamente abbassare la guardia. Questo è il succo di Boris Johnson che ha parlato di alcuni aspetti del programma del prossimo inverno riguardante la sua nazione. I suoi cittadini saranno in grado di convivere e combattere il virus visto che quasi tutta la popolazione ha effettuato il vaccino. Non ha escluso che potrebbero esserci dei cambiamenti per quanto riguarda il lavoro: si potrà continuare con lo “smart working” e con il distanziamento sociale. Questo solamente nel caso i contagi dovessero aumentare.

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Niente lockdown, ma il ritorno alle mascherine obbligatorie e a passaporti vaccinali in Gran Bretagna si: di questo sta discutendo con gli altri membri del governo, in modo tale da diminuire i casi positivi nel paese. Infine sulla terza dose del vaccino: come in Italia anche in Gran Bretagna si attuerà agli anziani over 80 (quelli considerati a rischio), a seguire gli over 50.

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