Elezioni Russia, i primi risultati: Putin in testa ma scoppiano polemiche

In questo momento in Russia c’è lo svolgimento degli scrutini: sarà ancora dominio Putin oppure uscirà qualche sorpresa?

Vladimir Putin (screenshot video YouTube)

Poche ore fa si sono svolte le elezioni in Russia. Iniziano ad esserci già i primi risultati che vedono, ancora una volta, il partito di Putin in testa. “Russia Unita”, infatti, ha già raccolto il 48,5% dei consensi quando sono stati scrutinati più del 70,6% dei voti. Dall’altra parte, però, dall’opposizione ci sono denunce per quanto riguarda presunte frode elettorali. Iniziano già a fare festa i sostenitori del leader nativo di San Pietroburgo: cori e applausi per le strade di Mosca nonostante il tempo non sia per nulla dei migliori. Soddisfatto anche il sindaco della capitale, Sergei Sobyanin, che ha definito questo giorno di “festa”.

In questo momento il 68enne non si può recare al quartier generale della campagna nella capitale russa per un semplice motivo. Quale? Si è messo in isolamento visto che alcuni membri della sua squadra sono risultati positivi al Covid ed ha preferito rimanere nella sua abitazione. Tornando ai voti, subito dopo quello di Putin, troviamo quello comunista che ha raccolto il 21,3%. Non raggiungono neanche il 10% i Partiti ‘Liberal-Democratico’ di Russia ultranazionalista (di Vladimir Zhirinovsky) e ‘Russia Giusta’ sono all’8%.

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Elezioni Russia, Putin in vantaggio: scoppiano polemiche

L’attivista Alexei Navalny non ci sta. Quest’ultimo ha più volte dichiarato che ci sono dei brogli elettorali in corso e che ci sono state molte violazioni. Secondo alcuni media locali ci sarebbero state più di 750 denunce durante la votazione. Non solo: anche i dipendenti di Golos hanno evidenziato che a livello nazionale c’è stato qualcosa che non è andato per il verso giusto. Il tutto, infatti, è stato sia fotografato che filmato.

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Durante l’ultimo giorno delle legislative, che si è verificato nella giornata di ieri, alcuni supporter di Navalny hanno preso di mira Google. Uno dei migliori servizi online di ricerca è stato accusato perché colpevole di aver bloccato dei link che servivano per espandere la lista dei candidati anti-Cremlino.

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