La scorsa estate destò scalpore l’esame farsa di Suarez, in procinto di passare alla Juve: poi l’indagine e lo stop, parte il processo.
Una farsa che scatenò ilarità e scalpore. L’esame di Luis Suarez a Perugia si trasformò ben presto in indagine. Impreparato ma promosso. Con tanto di parole desuete, che ormai non fanno parte della lingua corrente italiana. La famosa “Cucumella” diventò ben presto l’emblema di un esame farsa, che gli avrebbe consentito di incassare il lasciapassare per giocare in Italia non da extracomunitario.
Oggi però parte la prima udienza. Per l’accusa l’esame avrebbe portato “vantaggi patrimoniali” all’Università degli stranieri di Perugia. Sia nell’iscrizione all’esame e per il corso on line di preparazione fornito al calciatore Suarez per un importo di 1.748 euro, ma anche per la convenzione con la Juventus per la formazione di calciatori stranieri. Ecco quindi che le richieste sono pesanti.
Suarez, l’esame farsa all’atto finale: le richieste
La Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, accusa l’Università di falso ideologico e rivelazione di segreto d’ufficio e falso materiale. Chiesto quindi il rinvio a giudizio per l’ex rettrice dell’università per Stranieri Giuliana Grego Bolli, l’ex dg Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina e per l’avvocato Maria Turco della Juventus.
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C’è anche l’accusa di rivelazione di segreto di ufficio in concorso. I magistrati di Perugia contestano il file pdf contenente l’intero svolgimento della prova che venne inviato via mail al calciatore quasi una settimana prima dalla professoressa Spina. Oggi si parte quindi, e la Juventus attende.