Giappone, Fumio Kishida è stato eletto il nuovo primo ministro del Paese. Ha raggiunto la maggioranza dei voti in Parlamento: prende il posto di Yoshihide Suga
Il Giappone ha un nuovo premier. Si tratta di Fumio Kishida, appartenente al Partito Liberal democratico. Quest’ultimo prende il posto di Yoshihide Suga. Nulla da fare per il suo sfidante, Taro Kono (uno dei primi favorevoli per la vaccinazione contro il Covid). Nato ad Hiroshima, 64 anni, ha fatto già alcune promesse al suo popolo. Quali? Aumentare la ricchezza della classe media del paese e l’introduzione del “nuovo capitalismo”. Kishida si era già candidato lo scorso anno per la successione di Shinzo Abe. Il Giappone ha il ministro numero 100 della sua storia. Nell’ultimo giorno del mese di ottobre guiderà il suo partito per le prossime elezioni generali.
Il nuovo premier ha vissuto tre anni, quando era piccolo, negli Stati Uniti D’America (precisamente a New York). Proprio perché il suo papà era l’alto funzionario del ministero del Commercio. Proprio quell’esperienza americana gli ha fatto capire quale era la strada giusta che doveva intraprendere. Da quel momento in poi ha capito l’importanza degli ideali e della diversità. Qualche anno dopo si è laureato alla ‘Wasada University‘ di Tokyo. Nel 1993 fu eletto membro dei Rappresentanti della Camera. Dal 2012 al 2017 è stato ministro degli Esteri (nel governo Abe).
Un altro suo grande successo è stato uno degli accordi presi con la Corea del Sud per quanto riguarda le “donne di conforto”. Cosa consisteva? Durante il periodo della seconda guerra mondiale alcune donne venivano utilizzate come schiave proprio dai soldati giapponesi.
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Giappone, le prime parole del nuovo premier Kishida
Il suo primo obiettivo è quello di ascoltare le richieste delle persone. Il suo piano è quello di rendere un futuro brillante per il suo paese. Per la ripresa dell’economia è disposto a mettere sul piatto miliardi di dollari.
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Ridurre la disparità delle persone povere e quelle ricche. La difesa continuerà ad essere rafforzata e i rapporti con il governo americano dureranno ancora.
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