Il Consiglio dei ministri sta valutando nuove norme in merito al revenge porn. L’obiettivo è una maggiore protezione dei minori.
Il “revenge porn” è uno dei reati più subdoli e indecorosi che sta sempre più prendendo piede nella nostra società. Questo atto si verifica ogni volta che qualcuno invia, consegna, cede, pubblica, diffonde, o minaccia di inviare, contenuti sessualmente espliciti di un’altra persona. Ovviamente senza il consenso della persona presente nel video/foto e con il fine di diffamarlo e umiliarlo.
Una pratica questa che, con l’evolversi della tecnologia e della diffusione dei social sta diventando sempre più pericoloso e frequente. Sono infatti all’ordine del giorno i casi di ragazze minacciate dai loro ex i quali erano in possesso di loro foto intime. Il fenomeno però ora sta iniziando ad interessare una fasce di età sempre più basse, fino ad arrivare anche a coinvolgere minorenni.
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La diffusione del revenge porn anche tra minorenni ha obbligato la politica a muoversi in modo da arginare un fenomeno ormai sempre più diffuso. Per questo oggi si è parlato di norme a tutela dei minori (sul reato di revenge porn) durante il Consiglio dei ministri tenutosi a Palazzo Chigi.
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Entrando più nello specifico le nuove norme, prevederebbero che anche i minori ultraquattordicenni che “chiunque, compresi i minori ultraquattordicenni, abbia fondato motivo di ritenere che immagini o video a contenuto sessualmente esplicito che lo riguardano, destinati a rimanere privati, possano essere oggetto di invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione senza il suo consenso”, “può rivolgersi, mediante segnalazione o reclamo, al Garante, il quale, entro quarantotto ore dal ricevimento della richiesta, provvede” ad intervenire. Quando le immagini o i video riguardano minori, la richiesta al Garante può essere effettuata anche dai genitori o dagli esercenti la responsabilità genitoriale o la tutela“.
Insomma lo politica si muove e non resta indifferente a questa nuova forma di vendetta sempre più in voga tra i giovani. La speranza è che chiunque subisca una tale violenza trovi sempre il coraggio di denunciare per far si che questa piaga possa essere sempre meno diffusa.
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