Teatri, stadi, musei, atteso il decreto sulla capienza: caos sulle discoteche

Dopo le indicazioni del Cts, che ha stabilito soglie chiare, è atteso in Cdm il decreto sulla capienza: protestano i gestori delle discoteche.

discoteca capienza
Una festa in discoteca (screenshot video YouTube)

Il Comitato tecnico scientifico ha dato il suo parere, non tralasciando nessuna delle attività frenate dalla pandemia. Ci sono soglie da non oltrepassare, alcune con indicazioni larghe e favorevoli ad ampie aperture. Altre che fanno discutere per le modalità suggerite. Sugli stadi le regole potrebbero essere firmate e sono ormai chiare. Si passa dal 50% al 75%, sempre in zona bianca. Per i palazzetti si va invece dal 25% al 50%, mentre cinema e teatri al chiuso arrivano fino all’80%, e quelli all’aperto, oltre ai musei, riapriranno al massimo degli ingressi consentiti.

I nodi da sciogliere restano quindi due. Il primo è relativo al Cdm, che dovrà firmare e decidere se confermare tali indicazioni. Il secondo è quello che fa più discutere, ed è inerente alle discoteche, che ancora hanno indicazioni molto stringenti. Le due cose si intrecciano, creando il caos fra i banchi del governo. 

Decreto capienza, caos sulle discoteche: “É una presa in giro”

Salvini
Matteo Salvini solleva dubbi sul decreto apertura e i problemi delle discoteche (Youtube)

Le linee guida fornite dal Cts dovrebbero quindi essere rispettate in toto, e fornire indicazioni definitive sulle aperture. Resta però il pesante nodo delle discoteche. Si tratterebbe infatti di riaprire solo al 35% della capienza, con sistemi di areazione particolari, e utilizzo delle mascherine in ogni momento tranne durante i balli. I gestori non hanno digerito tali disposizioni, che arrivano dopo anni interi di chiusure totali.

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A sostenerli arriva anche Matteo Salvini, ma anche Forza Italia e Movimento 5 stelle ritengono che le limitazioni non consentano ai gestori di tali attività una ripresa immediata. Ecco quindi che se dovessero rimanere tali i paletti fissati per le discoteche, si potrebbe ricorrere a nuovi ristori per loro. Un palliativo, che non risolve però i problemi di una categoria ancora molto penalizzata.

 

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