La sentenza della Cassazione sulla morte di Martina Rossi è arrivata nella serata di giovedì 7 ottobre. Ecco cosa si è deciso.
Il caso della morte di Martina Rossi, avvenuta il 3 agosto 2011 a Palma di Maiorca, si è concluso definitivamente il 7 ottobre 2021 con la sentenza della Cassazione. Dieci lunghi anni di indagini, condanne, assoluzioni e processi bis per dare giustizia alla 20enne genovese che ha perso la vita durante una vacanza con una amica.
Il terzo grado italiano, dopo aver annullato in un primo momento l’assoluzione dei due indagati, ha confermato la condanna a 3 anni per i due imputati. Per i giudici, quindi, Martina Rossi non si è suicidata (come ipotizzato dagli inquirenti spagnoli n.d.r.), ma è precipitata dal balcone nel tentativo di sfuggire ad una violenza sessuale. Una sentenza che è stata commentata con soddisfazione da parte dei genitori e il padre all’uscita dall’aula ha detto: “Non ci deve essere più violenza sulle donne“.
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La storia di Martina Rossi
Martina Rossi è morta il 3 agosto 2011 precipitando da un balcone di un sesto piano di un hotel a Palma di Maiorca. In un primo momento gli inquirenti spagnoli avevano parlato di un suicidio, ma la ricostruzione non ha mai realmente convinto i magistrati italiani che hanno preferito fare ulteriori approfondimenti. Accertamenti che hanno confermato tutte le ipotesi avanzate dai pm del nostro Paese: la 20enne è precipitata nel tentativo di fuggire da una possibile violenza sessuale.
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Un processo che è stato diviso in due parti: nella prima la Cassazione è stata costretta ad annullare la sentenza di assoluzione decisa in secondo grado dopo una condanna a 6 anni in primo grado. Il 7 ottobre 2021 la Corte ha deciso di chiudere definitivamente il caso confermando la sentenza in Appello a 3 anni per i due responsabili della morte di Martina Rossi. E dopo dieci anni si è arrivati alla verità chiesta da subito dai genitori.
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