Proteste a Roma, decisione inevitabile Prefettura: aria di cambiamento

Proteste a Roma, arriva la decisione ufficiale da parte della Prefettura per quanto riguarda la manifestazione dei “No Green Pass”

La Prefettura ha preso una decisione ufficiale in merito a quello che è accaduto sabato 9 ottobre tra le vie di Roma, in seguito alla manifestazione da parte dei “No Green Pass“. Ovvero? Niente più manifestazioni al centro della città, ok invece a post considerati sensibili e anche nel mirino dei terroristi. Questa è la decisione che è stata presa insieme al Viminale dopo una riunione tecnica: oggi pomeriggio altro incontro stavolta con le forze dell’ordine. Anche perché proprio domani, venerdì 15 ottobre, ci sarà un’altra manifestazione. Non una data a caso visto che tra meno di 24 ore ci sarà la fine dello smart working ed i dipendenti (pubblici e privati) dovranno ritornare nei posti di lavoro presentando obbligatoriamente il certificato verde.

Tornando alla manifestazione sarà spostata. Secondo quanto riportano alcune fonti locali pare che ci saranno poco o meno di mille persone che si erano date appuntamento in piazza Santi Apostoli, guarda caso a pochi passi dalla Prefettura. Il luogo dove protestare? Ancora non è stato deciso: solamente nel pomeriggio, dopo la riunione, si saprà qualcosa in più. Queste le parole da parte dell’avvocato Edoardo Polacco: “Arriveranno molti manifestanti che sono pronti a dire la loro contro l’obbligatorietà del certificato verde“.

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Proteste a Roma, Prefettura sposta manifestazione

Come riportavamo pocanzi: non c’è ancora nulla di ufficiale. Solamente tra qualche ora si saprà qualcosa. Qualcosa di concreto, però, c’è: non saranno più consentite manifestazioni in sedi istituzionali e che possono essere degli obiettivi sensibili (posti dove potrebbero infiltrarsi pronte ad uno scontro con le forze dell’ordine).

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Il tutto a pochi giorni dalla manifestazione solidale da parte dei sindacati della Cgil. Proprio come ha confermato Maurizio Landini: sabato 16 ottobre ci sarà un corteo dopo l’assalto alla sede dei sindacalisti.

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