La sentenza della Cassazione sul saluto fascista in un contesto ‘commemorativo’ è destinata a creare diverse polemiche. Ecco tutti i dettagli.
Il saluto fascista in un contesto commemorativo per la Cassazione non è reato. Una sentenza arrivata in un clima molto teso in Italia e che si riferisce alle condanne in appello di quattro imputati, accusati di aver fatto il saluto romano durante un ricordo dei caduti della Repubblica Sociale Italiana il 25 aprile 2016.
I giudici, però, hanno ribaltato completamente quanto deciso in secondo grado e annullato senza rinvio perché il caso non sussiste. Si chiude qui il processo anche se la sentenza presa dalla Corte di Cassazione sembra essere destinata a procurare diverse polemiche. E, soprattutto, potrebbe diventare un precedente importante per altre vicende simili.
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La ricostruzione della vicenda e il processo
La vicenda risale al 25 aprile 2016. In quel giorno circa 300 persone si sono riunite per commemorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana e ad un certo punto è stato fatto il saluto romano.
Le indagini hanno portato all’identificazione di quattro persone e indagati per l’articolo 2 della legge Mancino. Come riportato dall’Adnkronos, in primo grado c’era stata l’assoluzione. Una sentenza impugnata dall’accusa e portata in secondo grado con la condanna a 2 mesi e 10 giorni di reclusione per gli imputati.
Una decisione che non ha mai pienamente soddisfatto i legali delle persone indagate e così si è deciso di arrivare fino alla Cassazione. Il terzo grado ha dato ragione alla difesa ed ha annullato, senza rinvio, le condanne. Nelle prossime settimane saranno pubblicate le motivazioni che spiegheranno il motivo della sentenza, destinata a diventare un precedente importante nelle prossime settimane.
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Un processo durato cinque anni che si conclude con l’assoluzione dei quattro imputati. La Cassazione ha deciso di annullare la pena senza rinvio, questo significa che non ci sarà un nuovo passaggio in Appello come, invece, spesso avviene in altre situazioni.
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