Green Pass, sono due le persone indagate nei confronti del primo cittadino di Milano, Beppe Sala. Quest’ultimo è stato gravemente minacciato da due persone considerate dei “No-vax”
Due persone appartenenti al gruppo ‘Telegram’ chiamato “No Green Pass, basta dittatura” sono stati indagati per minacce nei confronti del sindaco di Milano, Beppe Sala. Le forze dell’ordine hanno eseguito due perquisizioni domiciliari in due differenti città: a Vercelli e a Cagliari. Tra le persone indagate c’è anche un ex appartenente alla Marina Militare, ora non fa più parte del servizio perché ha sposato il movimento dei “No Vax”. Ad avviare queste indagini è stato il capo della Sezione distrettuale antiterrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili. Da alcune fonti (Tgcom24) pare che le due persone non abbiano precedenti con le forze dell’ordine.
Tra i messaggi che ci sono nella chat spuntano frasi del tipo: “Bisogna prendere a calci questo b****do”. Bene o male lo stesso pensiero anche dell’altra persona che, dopo essere stati individuati, hanno ammesso le loro colpe. Il tutto nasce da alcune dichiarazioni dello stesso primo cittadino nei confronti di chi scende in piazza a manifestare contro il ‘Green Pass’. Le sue parole (“La polizia potrebbe caricare ma il Prefetto, giustamente, vuole evitare”) hanno fatto infuriare non poco i manifestanti che hanno cercato di individuare anche il suo indirizzo domiciliare.
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Green Pass, vigilanza attiva per il sindaco Sala
Dopo le minacce che lo stesso Sala ha ricevuto sulla chat, il comitato per la sicurezza ha deciso di innalzare la vigilanza attiva per il primo cittadino. Il tutto è stato deciso dal Prefetto di Milano, Riccardo Saccone.
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La vigilanza in realtà c’era, ma ora sarà più intensa. In che modo? Passeranno più pattuglie della polizia nei pressi sia della sua abitazione che nelle sedi dove interverrà.
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