Andrea Tombolini, l’accoltellatore di Assago, ha confessato che dietro il folle gesto nel centro commerciale non c’è stata casualità. Pablo Marì non è stato colpito a caso.
Il movente che ha spinto Andrea Tombolini al folle gesto, compiuto giovedì sera al centro commerciale Carrefour di Assago, ha dell’insano. A quanto pare, l’uomo, avrebbe confessato agli inquirenti: “Ho visto delle persone felici e ho provato molta invidia”.
Andrea Tombolini, quindi, ha scelto a caso un coltello dagli scaffali del supermercato e ha colpito sei persone a caso, uccidendone una. Ma lo scenario che si sta aprendo nelle ultime ore è a dir poco inquietante: stando a quanto emerge dall’interrogatorio di Patrizia Nobile, il Giudice per l’indagini preliminare, è emerso che Tombolini avrebbe scelto accuratamente le sue vittime.
Stando al racconto della moglie di Marì, l’ipotesi emersa è che il marito non fosse stato scelto a caso fra le persone presenti al supermercato, bensì individuato tra la folla, rincorso e infine colpito. Insomma, stando al racconto della donna, sembra che ci fosse un movente dietro al gesto scellerato di Tombolini.
Quella che sembrava una semplice ipotesi è stata, però, confermata dall’aggressore stesso. A quanto pare, Tombolini ha ammesso davanti al Gip di aver riconosciuto il calciatore e di averlo, perciò, colpito per primo volutamente.
Queste le sue parole: “Quando ho visto che tra i clienti del supermercato c’era un giocatore del Milan, ho provato invidia perché lui stava bene e io invece male. E quindi l’ho colpito con una coltello”.
Nonostante tutto, la dottoressa Nobile ha ancora delle riserve in merito alla confessione di Tombolini: la testimonianza coincide solo in parte con i sospetti della moglie di Mari. I sospetti della Nobile derivano dall’errore di collocazione del calciatore: Pablo Marì non ha mai giocato nel Milan ed attualmente è un giocatore del Monza.
L’ipotesi più attendibile è che l’immagine di una famiglia benestante e felice, come quella di Pablo Marì, possa aver fatto scattare il raptus dell’omicida. Quindi il giocatore del Monza non è stato certamente una vittima casuale dell’aggressore di Assago. Marì è stato colpito perché riconosciuto come un calciatore, e quindi come persona felice.
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