Igli Tare risponde a Mourinho e a delle sue precedenti dichiarazioni, in cui ‘snobbava’ la Conference League.
Il DS dei biancocelesti non ci sta dopo l’eliminazione della Lazio dall’Europa League e carica l’ambiente in vista delle ultime tre partite prima della sosta per i Mondiali e, soprattutto, anche in ottica futura con l’obiettivo di fare meglio in campo europeo.
La formazione allenata da Maurizio Sarri ha chiuso il girone al terzo posto retrocedendo in Conference League, in un raggruppamento in cui tutte e tre le squadre hanno terminato il proprio cammino con 8 punti. Feyenoord e Midtjylland hanno superato il girone, mentre lo Sturm Graz è stato eliminato.
Poco dopo il passaggio del turno contro il Ludogorets, Josè Mourinho, allenatore della Roma e primo vincitore della Conference League, aveva mandato una frecciatina al direttore sportivo della Lazio… una stoccata in chiave derby, nella settimana più sentita da tutta la città.
“Penso che la Lazio è diventata la favorita per vincere la Conference. Non lo sto dicendo con ironia. West Ham, Fiorentina, Lazio e chi altro? Il Villarreal che è molto diverso da quello dell’anno scorso, per me diventa favorita. Hanno l’allenatore, i giocatori, la squadra per farlo. Magari il problema è che hanno il signor Tare che non vuole perché non gli piace questa competizione”.
Tare risponde a Mourinho
Il DS dei biancocelesti Igli Tare ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, dopo l’eliminazione della Lazio che a febbraio giocherà la Conference League: “Per la crescita della società sarebbe importante che la Lazio giocasse ogni anno nella massima competizione europea, ma ora che siamo in Conference voglio che la Lazio la onori fino in fondo. Dobbiamo fare il massimo per vincere. Un trofeo infatti è sempre importante e resta in bacheca per l’eternità”.
Durante una lectio all’università LUISS, il direttore sportivo, aveva snobbato la competizione in cui la Lazio militerà: “Nel calcio si inventano competizioni inutili come la Conference League, che chiamo competizione dei perdenti, o l’Europa League, che non hanno alcun valore per introiti che producono. Inventiamo competizioni in più, anche la Nations League con i nazionali e i calciatori diventano robot”.
