La Fifa risponde alle tante proteste delle tifoserie in merito al boicottaggio del Mondiale in Qatar. Calpestati i diritti civili.
I campionati si sono fermati, per un lungo e storico stop che durerà oltre 50 giorni. Mai era successa prima una cosa del genere, specie per un evento organizzato proprio a titolo sportivo. Intorno a questa decisione aleggiano tantissime ombre, che le tifoserie europee hanno messo in risalto in maniera decisa e chiara.
Ad intervenire c’è stata anche un’associazione per la difesa dei diritti civili, dato che la situazione lavorativa, in fase di costruzione degli impianti e delle infrastrutture, è stata tutt’altro che rosea. Morti sul lavoro e contratti poco regolari, che non sono passati assolutamente in secondo piano. Secondo la testata The Guardian sono state oltre 6.500 le persone che hanno perso la vita per una manifestazione che durerà circa un mese.
In prima linea nel contrasto ai Mondiali in Qatar 2022 ci sono state le tifoserie tedesche. Le coreografie dei tifosi di varie squadre si sono lasciati andare a delle incitazione verso il boicottaggio dell’evento. Le curve di Lipsia, Borussia Dortmund, Asburgo e Norimberha hanno dato un esempio di interesse particolare verso lo sfruttamento lavorativo delle persone in Qatar per questo evento.
La gigantesca coreografia gialla del Signal Iduna Park di Dortmund rimane una di quelle più affascinanti e dirette. “Più morti che minuti giocati. Boicottiamo Qatar 2022”, recita uno striscione, ad indicare quanto una cosa del genere non si possa concepire. In Serie A sono stati i tifosi della Roma nel match casalingo contro il Torino a dire la loro in merito a questa situazione: “Qatar 22 vergogna mondiale”, recita uno striscione.
Una situazione disumana, quindi, che sembra abbia attirato a sé diversi attori. In particolare, anche Amnesty Internetional ritiene ciò che è successo un qualcosa di impressionante. La via intrapresa che ha scelto per i troppi decessi, gli infortuni, le assunzioni fuori regola e i salari non pagati, è quella dei risarcimenti.
Sin dal maggio 2022 è stata emessa tale richiesta, ma il presidente della Fifa Infantino non ha mai affrontato tale problematica. Eppure, ha invitato, tramite una lettera aperta, le nazionali coinvolte a non portare il calcio in una complessa “battaglia di tipo ideologico o politico”. Secondo lui, “nessuna nazione è meglio di altre”, indicando la strada della non discriminazione e del rispetto reciproco.
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