Un giocatore conosciuto personalmente da Stramaccioni è stato arrestato in Iran davanti al figlio. La situazione.
Sono momenti di altissima tensione in terra mediorientale e il tutto si sta ripercuotendo sul clima della nazionale al Mondiale. Mai si era visto giocare un evento del genere in una zona così rischiosa. Inoltre, continuano a far scalpore tutte le decisioni della FIFA in merito alla scelta di questo luogo per una competizione così importante.
L’Iran è il paese che, al momento, desta più preoccupazioni di tanti altri. Oltre alla serie di arresti, centinaia, dei manifestanti da parte delle milizie, il paese ha aperto anche un’offensiva contro il Kurdistan. Inoltre, ciò che mette in risalto il pessimo momento storico, anche agli occhi dei tifosi di mezzo mondo, è anche il poco tatto in confronto alla propria nazionale in Qatar.
La notizia è fresca di giornata ed è subito finita nelle cronache dei siti web. A dare contezza della situazione in atto è stato anche Stramaccioni, l’allenatore che sta prestando servizio proprio in Iran. Lui è il commentatore dei Mondiali in Qatar sulle reti RAI e si è immediatamente cimentato nello spiegare ciò che sta succedendo in terra persiana.
Il suo shock è stato elevato, dato che conosceva molto bene il calciatore che è stato arrestato. In effetti, lui lo ha allenato e conosce gli alti valori della persona in questione. In particolare, stiamo parlando di un beniamino in Iran, capace di farsi amare dai suoi tifosi e da chiunque si trovi intorno.
Stiamo parlando di Voria Ghafouri, ex nazionale iraniana e calciatore della squadra Foolhad. Domani a commentare, come voce tecnica, la partita fra la squadra persiana e il Galles sarà proprio Stramaccioni. Quest’ultimo ha commentato così: “Sia io che la moglie siamo preoccupatissimi. La cosa peggiore è che è stato arrestato di fronte al figlio di 10 anni”.
A rilasciare un’intervista su TV PLAY (canale di Twich) è stato anche un famoso esperto di calcio in casa iraniana, Saman Javadi. L’uomo ha voluto parlare di come la squadra sta vivendo questo momento.
“I giocatori sono tesi per ciò che sta avvenendo”, ha detto l’esperto. L’arresto, per propaganda contro lo stato, sta mettendo a rischio la stabilità di tutta la nazionale presente in Qatar. Tali giocatori, nella partita inaugurale dell’evento, hanno scelto di non cantare l’inno. “Questo non è un reato“, ha però voluto far sapere Javadi.
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