Dopo le indicazioni del Cts, che ha stabilito soglie chiare, è atteso in Cdm il decreto sulla capienza: protestano i gestori delle discoteche.
Il Comitato tecnico scientifico ha dato il suo parere, non tralasciando nessuna delle attività frenate dalla pandemia. Ci sono soglie da non oltrepassare, alcune con indicazioni larghe e favorevoli ad ampie aperture. Altre che fanno discutere per le modalità suggerite. Sugli stadi le regole potrebbero essere firmate e sono ormai chiare. Si passa dal 50% al 75%, sempre in zona bianca. Per i palazzetti si va invece dal 25% al 50%, mentre cinema e teatri al chiuso arrivano fino all’80%, e quelli all’aperto, oltre ai musei, riapriranno al massimo degli ingressi consentiti.
I nodi da sciogliere restano quindi due. Il primo è relativo al Cdm, che dovrà firmare e decidere se confermare tali indicazioni. Il secondo è quello che fa più discutere, ed è inerente alle discoteche, che ancora hanno indicazioni molto stringenti. Le due cose si intrecciano, creando il caos fra i banchi del governo.
Decreto capienza, caos sulle discoteche: “É una presa in giro”
Le linee guida fornite dal Cts dovrebbero quindi essere rispettate in toto, e fornire indicazioni definitive sulle aperture. Resta però il pesante nodo delle discoteche. Si tratterebbe infatti di riaprire solo al 35% della capienza, con sistemi di areazione particolari, e utilizzo delle mascherine in ogni momento tranne durante i balli. I gestori non hanno digerito tali disposizioni, che arrivano dopo anni interi di chiusure totali.
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A sostenerli arriva anche Matteo Salvini, ma anche Forza Italia e Movimento 5 stelle ritengono che le limitazioni non consentano ai gestori di tali attività una ripresa immediata. Ecco quindi che se dovessero rimanere tali i paletti fissati per le discoteche, si potrebbe ricorrere a nuovi ristori per loro. Un palliativo, che non risolve però i problemi di una categoria ancora molto penalizzata.