Caso AstraZeneca: i vaccini rischiano la frenata, ma c’è un’ottima notizia

Il caso del vaccino AstraZeneca e i danni sulle donne under 40 rischia di rallentare la campagna vaccinale. Ma filtra una notizia che fa ben sperare

Vaccino Germania
Vaccino Covid-19 (Getty Images)

Sono ancora davvero troppi gli italiani che ancora non hanno effettuato il vaccino. Siamo ancora a 26 milioni di persone che risultano non aver ancora ricevuto la prima dose, e ora, con i problemi che sta dando AstraZeneca, questo numero rischia di abbassarsi sempre più lentamente. Anche perché adesso, dei 13,6 milioni di persone che hanno fatto la prima dose, alcuni dovranno “switchare” da AstraZeneca a Pfizer o Moderna.

Una scelta che sembrava inevitabile, dopo la morte di una ragazza di 18 anni subito dopo aver fatto il vaccino. Ora le indicazioni del Ministero della Salute sono perentorie: AstraZeneca sarà fatto solo agli over 60. Scelta sacrosanta, a questo punto, ma una scelta che rischia di rallentare la campagna vaccinale che invece iniziava a procedere spedita. Cosa succederà?

Vaccini Pfizer e Moderna, la buona notizia: “Ce ne sono 55 mln di dosi”

vaccino covid
Vaccino antiCovid (Getty Images)

Ed ecco la buona notizia, quella che fa sperare che alla fine non saremo costretti ad aspettare ulteriormente per completare la copertura dei vaccini. Già, perché secondo quanto riporta l’Ansa, fonti governative sostengono che la campagna vaccinale non si fermerà vista la disponibilità di “oltre 55 milioni di dosi di Pfizer e Moderna“. Che a questo punto diventano i vaccini di riferimento. Che fine faranno quindi gli AstraZeneca e i Johnson&Johnson che sono rimasti inutilizzati? Una parte sarà sicuramente destinata ai richiami degli over 60, gli altri invece rischiano seriamente di marcire nei frigoriferi. C’era l’ipotesi di mandarli ai paesi Covax, ma per il momento è ancora tutto da vedere.

Ora comunque la priorità è quella di far sì che i vaccini non facciano danni alla popolazione ma risolvano finalmente la pandemia e il terrore. Quindi bisogna solo riorganizzare gli open day e far sì che ognuno abbia la dose che ha meno probabilità di far danni. Possibilmente – speriamo – senza che ci siano più tragedie come quella appena capitata a Genova.

 

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