NoPass, su Facebook i negazionisti esagerano: avete stancato!

Su Facebook dilagano i negazionisti con il gruppo pubblico “NoPass” dove si possono leggere delle cose aberranti. Sarebbe anche ora di finirla.

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Sono quasi ottomila uniti contro il “Green Pass” di cui si parla tanto in tempi di Covid e che ottengono solo i vaccinati. Su questo gruppo si parla di Coronavirus sotto tantissimi aspetti e con grandissima superficialità. Capita infatti di imbattersi in un video privato di un matrimonio dove tutti ballano senza mascherine e dunque di leggere: “Solo gli idioti ci credono, bravi divertitevi”, “Facciamo come ci pare, punto”, “Bravissimi e bellissimi senza le mutande in faccia”, “Sembrava irreale ballare senza le mascherine, che bello”. Nel frattempo, va ricordato, ancora milioni di persone nel mondo soffrono per via di questo terribile virus molte di queste anche attaccate a dei respiratori.

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NoPass, il negazionismo rovinerà il mondo

Siamo diffidenti per natura, ma a volte esageriamo e lo si capisce dal gruppo NoPass che lotta contro il GreenPass e che sta facendo capire al paese quanta ignoranza e stupidità purtroppo ci sia in giro. Ignari e menefreghisti della sofferenza di tantissime persone un gruppo di quasi ottomila medici della strada riflette sul periodo in maniera ignorante e arrogante. Si passa da un padre che giura: “Mia figlia mi offre 1000 euro se mi pungo? Sarò una cavia?”. A chi invece cavalca l’onda delle fakenews: “Ma è vero che Draghi vuole bloccare internet a chi non si vaccina?”.

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Troviamo davvero una carrellata di post, video e foto che superano il limite del ridicolo e si cela dietro a un’ignoranza becera. In un paese dove tutti eravamo ct anche con gli Europei troviamo tantissimi virologi di strada. Se però dire che era meglio far giocare Alessandro Del Piero invece di Francesco Totti non uccideva nessuno, queste parole possono essere molto pericolose. Perché sono molti anche gli avvocati che si offrono di proteggere i diritti di libertà presenti nella Costituzione, ignari forse che durante una pandemia globale l’accusa di certo non sussiste.

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