Pfizer sembra aver deciso sull’autorizzazione per la terza dose: ci sono i primi dati sulla sperimentazione contro la Variante Delta.
Le aziende Pfizer e BionNTech hanno annunciato che chiederanno alla Fda in Usa e all’Ema nella Unione Europea l’autorizzazione per procedere con la terza dose del vaccino. Una richiesta che arriverà ufficialmente nelle prossime settimane dopo i primi dati di una ricerca clinica effettuata sul livello di protezione che potrebbe garantire. La ripresa dei contagi in Israele e altri indicatori presi in considerazione hanno spinto l’azienda a valutare l’impatto di una ulteriore somministrazione, e i dati dei primi esperimenti sembrano suggerire questa strada.
Prima di richiedere l’autorizzazione per la terza dose, Pfizer e BioNTech prevedono infatti di pubblicare altri dati definitivi oltre a quelli di una prima mossa che va in direzione del contrasto alla Variante Delta. Pare infatti che i primi dati siano molto incoraggianti, e le aziende farmaceutiche hanno fornito un primo quadro di ciò che potrebbe accadere con una nuova dose e i tempi di protezione che fornisce l’attuale protocollo.
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Pfizer chiederà l’autorizzazione per la terza dose: tutti i numeri della ricerca
Pare infatti, almeno dalle prime ricerche, che la terza dose potrebbe aumentare da 5 a 10 volte il livello di anticorpi. Sia contro il ceppo originario del Covid che contro le temute varianti, che stanno mettendo nuovamente in ginocchio alcune nazioni. Mikael Dolsten, direttore scientifico di Pfizer, ha svelato che esiste un maggiore rischio di infezione dopo 6 mesi dal vaccino. Il tutto dovuto alla diminuzione degli anticorpi, che invece con una terza somministrazione proteggerebbero ancora la popolazione dal contagio.
I primi dati sulla sperimentazione infatti sembrano incoraggianti. Le due dosi, almeno secondo le ricerche attuali, offrirebbero immunità anche rispetto alle varianti, in un contesto però che dura solo 6 mesi. Una terza dose invece aumenterebbe il livello di anticorpi con una durata maggiore nel tempo. A breve sarà quindi chiesta l’autorizzazione in attesa di capire se arriverà l’ok da Ema ed Fda.