Green pass, 100 avvocati sfidano il Governo: le motivazioni della diffida

Sul tema Green pass arriva la serrata degli avvocati: in 100 inoltrano la diffida al governo spiegando le motivazioni in maniera dettagliata.

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Arriva la diffida al Governo da 100 avvocati sul tema Green Pass (YouTube)

Una diffida pesante, sia per le spiegazioni che per i numeri di chi la sta portando avanti. Arriva dalla squadra legale dell‘Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà. Si tratta di una associazione fondata dall’avvocato Erich Grimaldi. Dal legale è arrivata una missiva alla presidenza del Consiglio, alle regioni, ai comuni a Fipe e Confcommercio, e ancora a Federalberghi. É chiaramente una tesi che smonta le leggi varate sul tema ormai dibattutissimo del certificato verde, che è divenuto un chiaro lasciapassare indispensabile per molte attività.

Le norme in materia Green pass sono state oggetto della diffida dai 100 avvocati, che fanno leva sulla disposizione europea, in cui si evidenzia che nessun provvedimento può essere mirato a condurre all’obbligo di vaccino. E nella dettagliata missiva, si leggono chiaramente i motivi che hanno spinto la squadra legale ad agire.

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La diffida dei 100 avvocati sul tema Green pass: “Nessuno può essere obbligato a…”

Draghi
Draghi incassa la diffida di 100 avvocati per il Green Pass (Youtube)

Nella diffida sono evidenti le motivazioni che hanno spinto più di 100 avvocati ad una battaglia legale sul tema Green Pass. “In totale dispregio dell’ultimo capoverso dell’articolo 32 della Costituzione, che rappresenta un aspetto inderogabile e assoluto, il Green pass costringe alla vaccinazione per poter svolgere qualsiasi attività professionale. Nel comma due si specifica però che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. 

E ancora si precisa che non si possono perpetuare discriminazione fra chi è vaccinato o chi per motivi di salute, o nel caso dei bambini, e ancora in chi ha scelto di non accettare la somministrazione, e chi invece ha ricevuto il vaccino. “Pertanto – si legge nelle ultime righe della diffida – il possesso di un certificato di vaccinazione non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione, o utilizzo di traghetti, aerei, treni pullman. Il presente regolamento non può quindi essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo ad essere vaccinati”. La diffida riguarda anche ciò che concerne al mondo di piscine e palestre.

E ancora ristoratori, bar e musei. L’avvocato Erich Grimaldi chiosa: “Il malumore è generato dall’assenza di valide terapie domiciliari, che unite ad una campagna di vaccinazione trasparente, avrebbero evitato uno strumento così restrittivo a ridosso del periodo estivo”. É battaglia quindi, su un tema ancora caldissimo.

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